Andare all’università: come affrontare le spese degli studi

Andare all’università. Croce e delizia di genitori e studenti. Croce perché i costi sono davvero tanti da un lato e, dall’altro, permette di capire come organizzare la propria vita. Delizia perché può aprire importanti spiragli nel mondo del lavoro e perché la soddisfazione di vedere un risultato concreto dopo anni di sacrifici è innegabile. Però, come affrontare le spese degli studi? È innegabile: l’università ha dei costi tra fitto (se sei uno studente fuorisede), tasse libri e trasporti. Ecco, quindi, tre suggerimenti per attutire i costi.

Il primo è farsi prestare i libri e studiare ‘in comunità’: il book-sharing, infatti, può essere usato anche per motivi di studio e non solo per diletto. Condividere i libri, per dimezzare le spese. Ecco la prima delle tre idee che ti suggeriamo per poter rendere più sostenibile, dal punto di vista economico, la carriera universitaria. È una tecnica perfettamente legale, non c’è nulla di strano. Come fare? Semplice: si acquista un libro per due persone e ti organizzi con gli esami. Magari tu lo dai alla prima sessione e il tuo amico alla seconda, studiando dallo stesso libro. In questo modo, se un testo costa 40€, il costo scenderà a 20€. E considera che stiamo parlando di almeno 3 anni universitari. Fai questo ragionamento per ogni esame e capirai quanti euro potresti risparmiare. Sicuramente, ci pagherai qualche mese di affitto. Oppure, ma immaginiamo che tu lo faccia già, puoi anche comprare libri usati, se non a metà prezzo, almeno ai 3/4 del costo originale. Mediamente, risparmi almeno 10€ per ogni volume. Non male, insomma.

Un’altra soluzione è ‘sfruttare’ i prestiti per i non lavoratori, ovvero quella tipologia di finanziamenti che possono prendere anche gli studenti o chi non ha una busta paga. Ovviamente questa è una particolare forma di finanziamento che è dedicata ad alcune fasce di popolazione, come quella, appunto, degli studenti universitari. Copiando il modello americano – dove le rette sono altissime e tante famiglie ricorrono a dei prestiti per far studiare i propri figli -, anche alcuni istituti di credito fanno sì che la ‘cinghia’ del prestito si allenti in qualche modo a favore dei ragazzi. Nella migliore delle ipotesi, infatti, puoi restituire il prestito o dopo esserti laureato, in modo da farti proseguire il tuo percorso di studi con tutta la tranquillità necessaria, oppure dopo aver trovato un’occupazione. E, in alcuni frangenti, le rate sono proporzionate al tuo stipendio, in base a delle percentuali. Un’altra opzione può essere anche quella di fare dei prestiti dedicati ai non lavoratori ma ‘sfruttando’ un garante, che può essere anche il genitore. In questo caso, i tassi sono molto vantaggiosi ma dovrai cominciare a pagare le rate immediatamente. Come puoi immaginare, se qualcosa dovesse andare storto a pagare sarà il garante.

La terza e ultima opzione è quella di trovarti un lavoro part-time (NON full-time!).

Per appianare le spese, un lavoro part-time può essere una delle soluzione. Ma non deve occuparti tutta la giornata. Di studenti lavoratori ce ne sono tantissimi, ed è inutile stilare una casistica del genere. Questo perché un’occupazione part-time è una soluzioni più gettonati e che permettono almeno di pagare i libri e le tasse universitarie. Quest’opzione, però, nasconde anche un rovescio della medaglia che può incidere nello studio: lavorare part-time occupa, nella migliore delle ipotesi, almeno 3 ore al giorno e, se non abiti vicino la luogo di lavoro, possono diventare tranquillamente 4 o 5, soprattutto se vivi in una metropoli. Ore che vengono sottratte allo studio: anche se tu, dopo il lavoro, volessi metterti a studiare non sarai mai al 100% delle tue energie con il rischio, quindi, di dover andare a rilento con gli esami. In virtù di ciò, ti sconsigliamo – nel percorso universitario – un’occupazione full-time, a meno che non sia obbligatoria nel percorso accademico e che non sia funzionale per ciò che andrai a fare dopo. Già lavorando solo qualche ora al giorno avrai delle difficoltà, figurarsi per le canoniche 8 ore (escluso il tempo per andare e tornare). In ogni caso, però, con l’università che di anno in anno sembra costare sempre di più, sta diventando quasi imprescindibile affidarsi a qualcosa e non poter, quindi, concentrarsi solo sullo studio. Con tutte le conseguenze del caso.